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Atene, 18 ottobre 1944. Le colonne tedesche lasciano la Grecia, mentre le forze partigiane assumono il controllo dei centri nevralgici. Georgios Papandreou, presidente del Consiglio del governo della Grecia libera, visita l'Acropoli commosso. Quattro donne in costume tradizionale sostengono per gli angoli la bandiera nazionale, una croce bianca su sfondo blu. Dopo tre anni di occupazione congiunta italo-tedesco-bulgara e a un anno dall'8 settembre, gli invasori sono costretti a partire. Ma perché un paese piccolo e innocuo come la Grecia era stato brutalmente attaccato dagli italiani nell'ottobre 1940 e poi occupato con l'aiuto dell'esercito nazista? E cosa comportò amministrare una nazione certo non ricca negli anni più duri della Seconda guerra mondiale? Per rispondere a queste domande Marco Clementi ha svolto una lunga ricerca negli archivi greci, recuperando una documentazione inedita e di estremo interesse per il dibattito storiografico italiano sulle guerre del duce. Queste pagine restituiscono, nella loro complessità e contraddizione, tutte le fasi della campagna di Grecia: dalle diverse forme di occupazione a seconda delle zone del paese, alla fame, provocata dagli italiani ma anche combattuta, fino alla repressione e alle rappresaglie del Regio esercito e alla protezione degli ebrei, ai quali fu in parte evitata la deportazione, almeno fino all'8 settembre.